Mettiamo Radici

“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi tu vinci” – Mahatma Gandhi

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Meglio So…

… li.

Leggo un po’ in giro di gente che dice di allearsi con l’UDC prima, o con la sinistra poi.

Meglio nessuno.

Allearsi con qualcun altro per i partiti del centrosinistra è sempre stato un problema, perchè farlo genera incomprensioni. Da chi è composto il “mercato elettorale” del PD? Da cattolici di sinistra, ex elettori Margherita, e da quelli che erano progressisti, di sinistra, ex elettori dei DS. Per far nascere il PD, si dice sempre che gli si deve dare un’identità. Se si vuole dare un’identità a questo partito, bisogna prima di tutto concentrarsi su di esso. Per concentrarsi su di esso, e creare un’identità, serve uno zoccolo duro di persone che vi si identifichino. Ora come ora, la maggioranza degli elettori PD lo votano solo perchè è il risultato della somma di DS e Margherita. Solo in pochi, secondo me i più giovani, si identificano direttamente come Democratici, e sono coloro che hanno incominciato a votare dopo la nascita dell’Ulivo. Gli altri, se hanno a disposizione una scappatoia, come la coalizione con un’altra forza, per togliersi i dubbi, voteranno senza dubbio per quella. Fornire una forza politica alternativa, alleata, significa fornire un alibi ai cittadini elettori. Il PD è una creatura nuova, i suoi confini potenziali sono larghissimi, ma quelli reali attuali sono molto stretti. Quello che manca sono le fondamenta, che si possono costruire evitando di dare alibi ai potenziali elettori. In questo ha ragione Veltroni: per come è costruito il PD, la sua debolezza e la sua forza sta nella molteplicità di identità interne. Ogni parte della molteplicità lotta naturalmente per tornare allo stato antecedente il momento della mescolanza. Quindi la parte cattolica per l’alleanza con l’UDC, la parte di sinistra per ricominciare con quel che rimane dei cespugli dell’estrema sinistra.

Mischiare valori e idee che si sono ritrovati contrapposti per tanto tempo è problematico, perchè le persone che tali valori interpretano, si sono spesso trovati ai capi opposti del tavolo, durante le discussioni politiche nei decenni passati. La difficoltà sta lì. Le discordanze stanno tutte dietro le nostre spalle. O, meglio, dietro le loro. La nuova generazione di democratici, che è appena nata, che da poco ha scoperto il PD, lo vede come una gigantesca opportunità. I giovani non hanno quello che ogni tanto definisco “il pregresso”. Tutta quella serie di pensieri e forme mentali ereditati da 50 anni di scontri politici tra “comunisti” e “democristiani”, che, però, nulla hanno a che fare con il presente e con il futuro.

Quindi, per il gusto del pregresso, si tengono la falce e il martello appesi in una “nuova” sezione del PD, o si tiene in vita un portale internet senza alcun senso come dsonline, o non si può togliere il simbolo della Margherita dall’insegna di uno degli uffici del Partito Democratico, o si fanno ancora le liste e le candidature sulla base di una provenienza datata ormai 2 anni. Questo partito, chiaramente alla deriva, si trova strappato e dilaniato tra due direzioni da prendere e non riesce a capire che le direzioni, oltre che opposte, sono entrambe sbagliate.

Il potenziale del PD è gigantesco, ma va fatto crescere sulla base della solitudine e dell’assenza di alibi per i suoi elettori. Anche perchè, in caso contrario, si rischia di farsi crescere delle serpi in seno.

Grazie Walter

20 Febbraio

Veltroni a Monza.

Ne siamo sicuri ?

17.56: no, non ne siamo sicuri. Veltroni si è dimesso. E ha fatto bene, ma non perchè avesse delle colpe. Il problema è che in ‘sto partito son tutti troppo occupati a farsi le scarpe l’un l’altro per pensare anche a fare politica.

Un mese..

.. un mese pieno di cose, tra impegni e ascolto di quel che succede in giro per il mondo.

C’è un nuovo Presidente degli Stati Uniti, un tizio che è tanto sveglio e  intelligente che quasi non sembra vero. E gli piace pure il basket.

Ci sono i telegiornali di casa che hanno ripreso a parlare di violenza, dopo che per qualche mese erano andati in giro a cercare qualsiasi notizia, anche la più inutile, pur di non parlare della crisi. Oggi invece,  anche se per mesi durante l’anno di grazia 2007 non avevano fatto altro, per poi ravvedersi durante il 2008 (chissà come mai…), oggi invece si scopre che in italia, oltre alla crisi, c’è anche emergenza violenza. Come a dire, la violenza sta bene su tutto, anche sulla crisi, specialmente se ci sta per coprirla.

C’è il PD che, essendo vestito in smoking ma con un calzino bucato, si chiede se sarà ammesso alla cena di gala, tutto questo guardando il PdL che, essendo vestito con giacca di fustagno e pantaloncini corti e scalzo con i piedi sporchi, alla cena ci viene ammesso, salvo avvisare che il PD non può partecipare perchè, anche se non si vede, ha un calzino bucato.

C’è Di Pietro che, per urlare e farsi sentire ancor di più, pensando che il volume aumenti la comprensione andrà in televisione, dove, visto che fa notizia, è sempre più amato. E, in televisione, ci andrà col megafono. Perchè non si sa mai.

C’è poi Silvio, che prima aveva il problema dei magistrati, ma poi l’ha brillantemente risolto, poi c’aveva paura di Veltroni, ma è sfuggito anche a lui. Ora ha paura di Soru. Riuscirà a sopravvivere anche a questa, oltre all’Alitalia. Il problema, è quanto tutto ciò costerà agli italiani.

Fiducia

Il PD si sta sciogliendo come neve al sole, si sta sgretolando a causa del suo passato e delle “decisioni” prese dal suo gruppo dirigente. Si potrebbe forse dire che il peccato originale sia stato l’aver prima parlato di innovazione radicale, passando per l’idea di andare da soli alle elezioni, seguendo poi con l’alleanza con l’Italia dei Valori e con i Radicali, che si è dimostrato un errore. Anch’io ritenevo potesse essere una buona idea, ma avevo gli occhi foderati di prosciutto e non mi rendevo conto che le elezioni erano ragionevolmente perse ancora prima di essere giocate, e non sapevo che la sinistra radicale sarebbe uscita dal Parlamento. Non aver riconosciuto in Di Pietro un pericolo, generato dalla stessa identica ricerca di visibilità che ha significato la tomba per il Governo Prodi, ha causato i danni che vediamo oggi.

Alla vigilia delle elezioni politiche, in tantissimi hanno richiesto alla dirigenza del PD di allargare il più possibile i partecipanti alla decisione delle candidature, se possibile anche di fissare delle primarie per decidere delle candidature, ma invece si è preferito scegliere di non rischiare, di non turbare gli equilibri. Perchè, evidentemente, fare delle primarie avrebbe provocato un cambiamento negli equilibri tra i rapporti DS/Margherita nei partecipanti alle liste. Magari (eresia!) ci sarebbe pure scappata qualche partecipazione esterna non riconducibile ai due partiti fondatori. E poi, la base non sarebbe stata pronta al passaggio psicologico di due esponenti o più dello stesso partito che competono tra loro per un posto in lista, dovendo scegliere e poi mantenere il voto per il partito nonostante il proprio “preferito” avesse perso.

Sbagliato! Avreste dovuto avere più fiducia negli italiani! Magari poi essi avrebbero ricambiato con la loro!

Quello che è mancato non è la fiducia degli italiani per il PD, il punto è l’esatto contrario: è mancata la fiducia del PD nei confronti di tutti gli italiani. “Ci pensiamo noi a scegliere chi va in Parlamento”, li sento dire, “noi sappiamo cosa fare, non preoccupatevi”. Evidentemente si sbagliavano.

Invece, io ho come la convinzione che, forse, messi nella condizione di decidere liberamente, in Primarie vere, in cui la competizione non sia precostutuita e precotta, i cittadini-elettori avrebbero potuto dire la loro sul serio. E avrebbero parlato chiaro. E, forse, avremmo evitato qualcuna delle pessime storie che ascoltiamo in questi giorni in televisione. E ci saremmo pure risparmiati la faccia depressa di Veltroni in TV.

19 Dicembre – D-Day

Il 19 Dicembre è il giorno della Direzione Nazionale del PD.
Io non ho voglia proprio di stare a sentire quali sono i pensieri del gruppo dirigente del Pd.
Ho voglia di sentire quali decisioni prenderà, questo gruppo dirigente.
Se nella direzione si sentirà ancora parlare di pensieri&parole, allora è come se la Direzione non sia stata nemmeno convocata.
Signori, è il momento di decidere. Parlare non basta più.

La penosa vicenda della commissione di Vigilanza RAI

Ormai lo sanno tutti, alla commissione di Vigilanza RAI andrà Zavoli, persona con una storia nella televisione pubblica e con un modo di fare che non ha nulla a che spartire con i linguaggi della politica di oggi.

Il problema è che una persona come Sergio Zavoli alla commissione di Vigilanza rientra perfettamente nell’identikit voluto dalla destra. Perchè? Perchè è un gentiluomo.

Poniamo il caso che venisse eletto un uomo dell’Italia dei Valori, cosa sarebbe successo? Quest’uomo, chiunque esso fosse, sarebbe stato spesso in TV, sulla RAI a lamentarsi delle malefatte del governo in materia di comunicazione, avrebbe ostacolato le manovre della maggioranza per appropriarsi dell’influenza sul mezzo di comunicazione pubblico con tutte le sue forze. In altre parole, avrebbe rotto le scatole.

Invece, ora, abbiamo Sergio Zavoli, persona dal temperamento non certo uguale a quello di Leoluca Orlando. Orlando, anche se probabilmente non raggiunge il profilo culturale e morale di Zavoli, avrebbe comunque rappresentato un’altra voce stonata e fuori dal coro del “tutto bene, tutto bene” che lorsignori cercano e cercheranno sempre di più di inculcare nel pubblico, qualunque cosa succeda.

Quindi, la forzatura della mano sull’elezione del burattino Villari, cresciuto alla scuola dell’UDEUR, la palestra perfetta per chi voglia fare esercizio nel salto di palo in frasca.

Poi ancora, lo schifo nell’apprendere che il vicecapogruppo al Senato del PD si permette di suggerire una risposta al capogruppo Pdl che non sapeva che dire.

Stiamo ben oltre il ridicolo, ben oltre. Ora, subito, bisognerebbe prendere delle decisioni disciplinari che coinvolgano entrambi questi “individui”, che non si stanno comportando secondo il volere degli italiani che hanno messo una croce sul simbolo del PD, e meritano di essere rappresentati in modo decisamente migliore.

Bisogna avere coraggio, coraggio anche nel mettere ordine e stabilire una gerarchia, un principio che funziona in tutti i gruppi, non si vede perchè non debba funzionare anche nel Partito Democratico italiano.

PD e giustizia

Le proposte del PD sulla giustizia, le potete trovare in questo PDF.

In futuro, il file lo potrete ritrovare insieme alle altre proposte del PD nella pagina che ho allestito ad hoc.

Non lamentatevi del fatto che il PD non fa proposte, ricordate piuttosto che alle TV e ai giornali piace di più parlare delle vaccate come la commissione di vigilanza RAI.

Finalmente!

“C’è un sottosegretario di questo governo che è stato chiamato in causa per la quinta volta da cinque pentiti differenti e non ha sentito il bisogno di dare alcun chiarimento. Credo che la sua presenza in una postazione così delicata sia imbarazzante per tutto lo schieramento di maggioranza. Sarebbe opportuno che facesse un passo indietro”

Oh, l’ha detto.

(fonte)

Comitati Regionali Primarie Giovani PD

Pubblicata la lista.