Mettiamo Radici

“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi tu vinci” – Mahatma Gandhi

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Sciopero

Sciopero dalla visione di telegiornali e dalla lettura di quotidiani, di carta e online.

Si sta molto meglio, fidatevi.

Date un seggio a quest’uomo!!!

Cucù, il governo non c’è più.

Troppe cose da raccontare in queste settimane di assenza.

Rifiuti, Mastella, aerei, primarie a primavera, Mastella, legge elettorale, tasse, Mastella, esami (miei), casini, Casini, Mastella, PD, governo, Pdl, Predellini, stage, RDF, Mastella, Grillo, niente intervista, senato, fiducia, Mastella, Hillary, Obama, Change.

Ho messo lì un po’ di TAG, giusto per riassumere 2 mesi in poche parole sparate fuori come in un brainstorming.

Il nostro povero Governo sta salutando, mentre faticosamente il nostro nuovo partito comincia a crescere. Dicono che Veltroni ha accelerato la crisi con l’uscita del “meglio soli che male accompagnati”. Personalmente sono d’accordo con lui. La cazzata l’ha fatta Mastella, che in questi giorni si sta accorgendo, o se non l’ha ancora fatto, si accorgerà che pensando di trovare asilo dall’altra parte ha fatto un’errore madornale. FI e UDC son già dietro a rimpallarsi la patata bollente. “Andrà con i centristi!” “Troverà il suo porto nel pdl”, probabilmente con un predellino tutto per sè da cui parlare (E, incidentalmente, avrebbe chiesto 20 deputati e 10 senatori al Predellino Capo, strasic!)

The week that was..

Che settimana!

E’ successo un po di tutto, negli ultimi 7 giorni.

Doveva cadere il governo, e non è caduto, a causa della buona prova dei nostri parlamentari, ma soprattutto dell’ostinazione di Romano Prodi che ha difeso la trincea fino agli ultimi attimi della battaglia. Un confronto in Parlamento di cui – per essere sincero – non sono riuscito a cogliere fino in fondo il significato: guardando il dibattito sulla rete, si sentivano più numeri che concetti, visto che il merito degli emendamenti era noto ai parlamentari, ma non agli ascoltatori. Solo nel caso della cosiddetta “class action” ho capito qualcosa della discussione.

Dini e Bordon: che cosa vogliono dalla vita? Non siete più d’accordo con quello che sta facendo il governo? Pensate che le vostre idee con coincidano più con quelle degli altri? Dimettetevi. Così lascerete il posto a persone che possono continuare il lavoro di questo Governo. Invece no. Rimangono e si creano l’ennesimo partitino, dimenticando che le persone che li hanno votati li hanno scelti perchè facevano parte di una coalizione (eterogenea, certo) che ha permesso loro di entrare in Senato. Bel ringraziamento.

Reparto ortopedia: la spalla dell’opposizione era così tumefatta che hanno dovuto operarla, ma l’intervento è andato male.

8 milioni: come dicono gli americani – and counting…

PPL: il Partito del Predellino delle Libertà. Non era così? Ma non ha mica detto che era un partito che partiva dal basso?

Zugzwang

Avete mai giocato a scacchi ?

Io sì, nonostante lo faccia ormai da tempo come principiante, con risultati alterni.

Quel che si vede in queste ore in Senato è una situazione che provo spesso durante le partite di scacchi.

A causa della mia natura di principiante, mi capita spesso di trovarmi nella condizione di fare errori su errori, trovandomi in pessime condizioni strategiche. Man mano che la partita continua, provo in tutti i modi a riparare alle mie malefatte, ma, se il giocatore che ho davanti ha un minimo di esperienza, il mio fato è deciso. Si arriva al punto che qualunque mossa io faccia, so che perderò, il matto sarà inevitabile. La sportività vuole che un giocatore che si trova in queste condizioni, se ne accorga e si dichiari sconfitto.

A volte però si rischia di trovare quel tipo di giocatore che anche avendo perso la partita molto chiaramente, non rinunci fino all’ultimo, e non riconosca di aver perso. Il risultato è la ricerca continua di nuove mosse per allungare i tempi e allontanare il matto.

In Parlamento stanno facendo questa cosa, cercando insistentemente di allontanare il momento dello scacco matto. Ma ormai hanno perso la partita.