Ditelo, però, che è sempre così.
Succedono davvero troppe cose perchè le si possa seguire tutte. Dal medio di Bossi, alla Finanziaria, a Del Turco in gattabuia, Piazza Navona, il processo di “rinnovamento” della sinistra sradicata.
In mezzo a tutto questo, però, rimane la sensazione che chi occupa Palazzo Chigi lo faccia solo provvisoriamente. Tutto sta succedendo davvero troppo velocemente. Voi guardate dove eravamo solo due mesi fa, quale era la situazione in Italia, e consideratela ora. Avevamo un Paese che poteva, alla lunga, essere indirizzato verso la meta giusta. Per lo meno sembrava ci fosse la volontà di farlo.
Invece no, non era vero.
Ora come ora la situazione è l’esatto contrario. Per dirla in latino, “Cui prodest?” cioè “A chi giova?”. A chi fa comodo un continuo clima di scontro? A chi serve che tutti i provvedimenti del Governo se ne vadano nella polvere sollevata dalle risse?
Si è visto come è andata nelle prime settimane: Decreto Rete4 e decreto intercettazioni, con la polvere ancora bassa, non sono affatto passati sotto silenzio. Erano dei tentativi, essenzialmente portati per sondare il terreno, e vedere quali erano le reazioni dell’opposizione. Definito che in un clima calmo il Governo perdeva colpi, la decisione di alzare i toni, prima contro i magistrati per via privata (ricusazione), poi per via pubblica (sospendi-processi). Qui abbiamo perso Tonino, che invece che stringere i denti e guardare dietro l’angolo, si è lasciato prendere la mano dall’idea della stramaledetta visibilità.
Quindi i centomila di Piazza Navona, Grillo, Guzzanti. La manifestazione è stata una grande occasione, ma un clamoroso insuccesso. Al giorno d’oggi non ti puoi permettere messaggi sbagliati, soprattutto nell’organizzazione. Di Pietro ha messo Grillo&Guzzanti tra gli ultimi a parlare, come le rockstar di turno, mentre gli altri (lui compreso) facevano i supporter. Ha dato loro l’ultima parola (consapevolmente? gliel’hanno chiesto per contratto e lui l’ha concesso?), e la visibilità nei TG senza la possibilità di creare un controcanto. E così ha bruciato tutto, compreso il credito accumulato con Moni Ovadia, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Rita Borsellino. Più Arturo Parisi, che si era scelto il (comodo) ruolo di oppositore interno del PD, e l’ha lui pure buttato nel cestino per un po’ di visibilità. Come noterete, è scomparso dalla faccia politica della terra.
Quel che deve fare l’opposizione è non farsi prendere dall’iperattività/ansia dell’annuncio del Governo. Alla lunga questo comportamento li brucerà. Bisogna collezionare tutti i loro annunci e poi sfruttarli alla lunga per dimostrare come fossero solo fuochi di paglia, primi fra tutti quelli dell’ineffabile Brunetta sugli Statali e la Pubblica Amministrazione. Lasciamo al PdL di sviluppare tutte le sue “potenzialità”, tanto quello che voleva il Capo, l’ha avuto. E l’avrebbe avuto anche se il PD avesse strepitato per tutto il giorno. In quel caso, però, sarebbe stato facile bollare l’opposizione come quella degli ululati e basta. Oggi come oggi non c’è più la possibilità di appellarsi al concetto dell'”opposizione comunista”.
Testa bassa e pedalare. Il PdL ha dentro di sè forti contraddizioni, al momento mascherate dalla presenza del Capo. Per non parlare poi del fossato che si sta creando con la Lega. Come avevo già fatto intendere tempo fa, il Pdl si batte scavando sotto traccia, e non alla luce del sole delle TV. E lì che è più forte. E’ lì che è inutile accanirsi.