In un post precedente, in riferimento ad un articolo di Roberto Saviano, avevo detto che il Partito Democratico ha fatto scelte non tanto condivisibili in Sicilia e in altre regioni del sud, nella composizione delle liste.
Per capire di che si parla, leggete questo articolo di Peter Gomez.
Non è possibile che il Parlamento diventi una succursale delle cosche mafiose, non è possibile.
Lo ripeto, magari si poteva anche prendere il 10%, e perdere malamente. Ma almeno i 2-3 parlamentari siciliani che avremmo messo in Senato, sarebbero state persone degne di stima. Sarebbe stato meglio.
Si poteva fare, non è stato fatto.
Segnalo che il sito http://www.politiche08.org è aggiornato con dati e previsioni di tutti i sondaggi regionali usciti: il risultato è un sostanziale pareggio, con 159 seggi per la PdL. Bel risultato per il Porcellum!
Dal nuovo sito http://www.politiche08.org si evince chiaramente che il voto al Senato potrebbe portare ad un pareggio! La legge elettorale ha un effetto perverso: il PdL potrebbe conquistare 14 regioni su 20 ed ottenere come risultato di avere gli stessi seggi della maggioranza dell’Unione nel 2006, ovvero 158. L’effetto è dato dalle tre distorsioni effettuate dal “porcellum”: per prima cosa tutto è fatto a livello regionale, si tratta in verità di 20 piccole elezioni e non di una elezione nazionale, con ben 8 regioni “in bilico”, ovvero con un distacco minore del 4% tra PdL e PD. E’ chiaro quindi che il guadagno o la perdita di anche una sola regione può essere sufficiente per passare dalla vittoria alla sconfitta per una coalizione. Poi non viene premiato chi vince “molto”: se una coalizione è vicina al 55% non vengono assegnati seggi in premio, questo penalizza il PdL che in alcune regioni non riceve senatori in più. Infine la soglia di sbarramento dell’8% ne mette in forse il superamento da parte dell’UDC (in quasi tutte le regioni) e della Sinistra Arcobaleno (in molte regioni): questi seggi potrebbero andare di volta in volta all’una o all’altra delle coalizioni maggiori, cambiando così radicalmente la composizione del Senato.